mer, 22 gennaio 2025

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Paolo D'Arpini
Ritengo che l'andamento taoista che prevede un continuo rigonfiamento e successivo sgonfiamento della forza Yin (l'oscuro) e Yang (il chiaro) sia alla radice e indicazione degli eventi trascorsi, correnti e futuri. In periodica e successiva alternanza. Anche nella teoria induista vengono descritte delle ere (yuga) che vanno dalla totale illuminazione o consapevolezza dell'Uno sino ad un degradante oscuramento della coscienza unitaria. Secondo questa teoria attualmente viviamo nell'era più tenebrosa, quella di Kali. Inevitabilmente le forze egoistiche dell'ignoranza prendono il sopravvento in ogni aspetto dell'esistenza e persino sul piano ambientale. Ed il primo segnale del degrado psichico e morale lo osserviamo oggi nel cambiamento nelle relazioni fra il maschile ed il femminile può essere considerato un termometro per misurare il decorso della malattia nella specie umana. Tale malattia prese origine con l’avvento dell’era oscura (Kali Yuga), che si fa risalire a circa 5000 anni fa. L’inizio di quest’era, che corrisponde al termine della guerra descritta nel Mahabharata, diede avvio ad un lento processo di decadenza che portò la società egualitaria e sacrale, fino allora vigente in quasi tutto il mondo conosciuto, a deteriorarsi sotto l’influsso sempre più pressante del patriarcato e del senso del possesso. In Europa quello stesso periodo, definito tardo neolitico, descritto con dovizia di particolari dalla studiosa ed archeologa Marija Gimbutas si concluse con l’affermarsi del potere maschile esercitato con la violenza e con la perdita della libertà femminile (tramite l’acquisto della donna a scopo riproduttivo, guerre di razzia, perpetuazione della patrilinearità, etc.). Contemporaneamente abbiamo notizia di simili eventi accaduti anche nell’antica civiltà cinese, ove prese il sopravvento il modello imperialista e controllativo del mondo femminile. Tale momento viene anche evocato nel Libro dei Mutamenti relativamente alla descrizione dell’esagramma “Il farsi Incontro” in cui si immagina il femminile che spontaneamente va incontro al maschile e di conseguenza se ne ricava un giudizio negativo (secondo il criterio patriarcale). Allo stesso tempo, nella lettura dei commenti, si evince che questo “farsi incontro” rappresentava il modo di funzionamento antecedente nella società. Tale mutazione nello stile dei rapporti intergenerici (uomo-donna) è stato considerato l’inizio dell’era dei conflitti (traduzione corretta del significato di Kali Yuga) e chiude la precedente era dell’incertezza (Dvapara Yuga). Ora dobbiamo esaminare come gli antichi saggi accuratamente descrissero le caratteristiche dell’era corrente evocando una serie di avvenimenti e tendenze che sono facilmente riconoscibili in questo momento storico. E qui riporto alcune affermazioni storiche certificate, vecchie di migliaia di anni. “Trovandosi immersi nell’ignoranza, sicuri di sé, ritenendosi saggi, gli sciocchi si aggirano urtandosi a vicenda, come ciechi guidati da un cieco” (Mundaka Upanishad) “Ora difatti è proprio l’età del ferro, né mai gli uomini cesseranno di soffrire il giorno, per le fatiche e le miserie, e la notte di struggersi per le gravi angosce che gli dei gli daranno. Né allora il padre sarà simile ai figli, né i figli al padre, né l’ospite sarà caro all’ospite, l’amico all’amico, il fratello al fratello come nel tempo passato. Essi avranno in dispregio i genitori, appena cominceranno ad invecchiare, li insulteranno con parole villane; né essi, ai genitori invecchiati, daranno il necessario per vivere, usando il diritto del più forte; infine saccheggeranno a vicenda le città. E allora non vi sarà più gratitudine per l’uomo giusto, ma piuttosto si terrà in onore l’uomo artefice di mali, la giustizia sarà nelle sue mani; il pudore non esisterà più. Il malvagio recherà danno all’uomo dabbene, agli uomini miseri sarà compagna la gelosia, amante del male dall’odioso aspetto… e non ci sarà più scampo dal male” (Esiodo, Opere e giorni). Nel Linga Purana, antico testo Shivaita, vengono descritti gli uomini del Kali Yuga come tormentati dall’invidia, irritabili, settari, indifferenti alle conseguenze dei loro atti. Sono minacciati da malattie, da fame, da paura e da terribili calamità naturali. I loro desideri sono mal orientati, la loro scienza è usata per fini malefici. Sono disonesti. In questo tempo sono in declino i nobili e gli agricoltori mentre la classe servile pretende di governare e di condividere con i letterati il sapere, i pasti, le sedie e i letti. I capi di stato sono per lo più di infima origine. Sono dittatori e tiranni. “Si uccidono i feti e gli eroi. Gli operai vogliono avere ruoli intellettuali. I ladri diventano Re, le donne virtuose sono rare. La promiscuità si diffonde. La terra non produce quasi nulla in certi posti e molto in altri. I potenti si appropriano dei beni pubblici e cessano di proteggere il popolo. Sapienti di bassa lega sono onorati e partecipano a persone indegne i pericolosi segreti delle scienze. I maestri si degradano vendendo il sapere. Molti trovano rifugio nella vita errante. “Verso la fine dello yuga gli animali diventano violenti (perché sfruttati n.d.r.). Gli uomini dabbene si ritirano dalla vita pubblica. Anche i sacramenti e la religione sono in vendita. I mercanti disonesti. Sempre più numerose le persone che mendicano o cercano lavoro. Quasi tutti usano un linguaggio volgare e che non tiene fede alla parola data. Individui preminenti senza moralità predicano agli altri la virtù. Regna la censura… Nelle città si formano associazioni criminali. L’acqua potabile mancherà, così pure la frutta. Gli uomini perderanno il senso dei valori. Avranno mali al ventre, ed i capelli in disordine. Verso la fine dello yuga l’aspettativa di vita non andrà oltre l’adolescenza,. I ladri deruberanno i ladri. Molti diverranno letargici e intorpiditi, le malattie saranno contagiose. Topi, serpenti e insetti tormenteranno gli uomini. Uomini affamati e impauriti si troveranno nei pressi del fiume Kausichi. Alla fine di questa era un po’ ovunque nel mondo si diffonderanno i praticanti di riti sviati. Persone non qualificate si spacceranno da esperti. Gli uomini si uccideranno l’un l’altro e uccideranno i bambini, le donne e gli animali. I saggi saranno condannati a morte”. Tuttavia, ancora secondo il Linga Purana, alcuni uomini potranno raggiungere in breve tempo la perfezione. In un certo senso il Kali Yuga è un periodo privilegiato. I primissimi uomini delle ere antecedenti, ancora prossimi al divino, erano saggi in una società di saggi. Ma gli ultimi uomini, questi del Kali-yuga, avvicinandosi all’annientamento, si avvicinano anche al principio in cui tutto ritorna alla sua fine. In mezzo alla decadenza morale, alle ingiustizie, alle guerre, ai conflitti sociali e alla persecuzione del femmineo, che caratterizzano la fine di questo yuga, il contatto con il divino, per via discendente, diviene più immediato. In una società dove tutto è già perfetto, gli atti vengono compiuti automaticamente nel bene, mentre in una società degradata occorre discriminazione e coraggio. Troviamo descrizioni di una tale fine di un’epoca persino in testi apocalittici giudeo-cristiani, compreso quello di S. Giovanni, che evidentemente si ispirano alle stesse fonti antiche sopra menzionate. In uno Shiva Purana, nel Rudra Samhita, di molto precedente l’epoca cristiana, viene detto: “La fine del mondo attuale sarà provocata da un fuoco sottomarino, nato da un’esplosione simile a quella di un vulcano, che consumerà l’acqua che i fiumi hanno riversato nell’oceano. L’acqua traboccherà dall’oceano e inonderà la terra. Il mondo intero sarà sommerso”. Abbiamo visto che, tra i fenomeni caratteristici del Kali Yuga troviamo la comparsa di false religioni antropocentriche che allontanano l’uomo dal suo ruolo sulla Terra e servono di pretesto alle sue predazioni, ai suoi genocidi, e lo portano infine al suicidio collettivo. Le religioni della città prendono il sopravvento sulla religione della Natura, questo è l’inizio della decadenza, che corrisponde all’affermarsi delle religioni monoteiste. Si trattava di creare delle fedi illusorie che pervertissero la vera religione della Natura. Ad esempio la creazione di queste nuove religioni (o ideologie) è avvenuta in occidente prima come ebraismo e successivamente nelle sue trasformazioni: cristianesimo e islamismo. Queste religioni, quali che siano stati il carattere e le intenzioni dei fondatori originari, sono diventate essenzialmente religioni “politiche”, a carattere speculativo. Hanno dato modo a un potere patriarcale centralizzato di imporre un elemento di controllo su popolazioni diverse. Ovunque, queste religioni, pur parlando di amore, uguaglianza, carità, giustizia, sono invero pretesto e strumento per conquiste culturali e materiali. Il massacro delle popolazioni avvenuto e che tuttora avviene in varie parti del mondo in nome delle religioni e delle ideologie materialistiche, è un dato innegabile. Se e quando l'ecologia profonda e la spiritualità della Natura riusciranno a trovare un sincero modo espressivo nella nostra società, l’era oscura, e dei conflitti, potrà considerarsi conclusa. Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana
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Spiritual News
Il microbioma intestinale, composto da trilioni di microrganismi, possiede un sofisticato sistema di temporizzazione che influenza profondamente la nostra salute metabolica e immunitaria. Questa scoperta sta rivoluzionando non solo la nostra comprensione della nutrizione cronobiologica, ma anche l'approccio terapeutico a numerose patologie. I batteri intestinali seguono ritmi circadiani distinti, con popolazioni che fioriscono o diminuiscono in momenti specifici delle 24 ore. Questi cicli sono regolati sia dal nostro orologio biologico centrale che da zeitgeber (sincronizzatori temporali) locali, come l'assunzione di cibo e i cicli luce-buio. La ricerca ha dimostrato che oltre il 60% delle specie batteriche intestinali mostra oscillazioni giornaliere significative nella loro abbondanza. Particolarmente significativa è la relazione tra i pasti notturni e lo squilibrio del microbioma: il consumo di cibo fuori dal "tempo batterico ottimale" può ridurre fino al 60% la diversità microbica intestinale. Durante la notte, il microbioma è naturalmente programmato per attività di riparazione e manutenzione, piuttosto che per la digestione e il metabolismo attivo. Gli studi più recenti hanno evidenziato come questa temporizzazione microbica influenzi la produzione di metaboliti essenziali. Ad esempio, la produzione di acidi grassi a catena corta, fondamentali per la salute intestinale e l'immunità, segue un ritmo circadiano preciso, con picchi nelle prime ore del mattino e diminuzioni durante la notte. La comprensione di questi ritmi ha importanti implicazioni terapeutiche. I probiotici mostrano un'efficacia significativamente maggiore quando assunti in momenti specifici del giorno, sincronizzandosi con i ritmi naturali dell'ecosistema intestinale. Inoltre, la "riprogrammazione microbica temporale" emerge come strategia promettente per condizioni quali la sindrome dell'intestino irritabile, i disturbi metabolici e persino le alterazioni dell'umore. Le applicazioni pratiche di questa conoscenza includono la progettazione di protocolli di supplementazione cronobiologica e la personalizzazione degli schemi alimentari basati sul cronotipo individuale. La ricerca suggerisce che l'allineamento dell'assunzione di cibo con i ritmi del microbioma può ottimizzare l'assorbimento dei nutrienti, la risposta immunitaria e il metabolismo energetico.
Pubblicazioni e Saggi
Marisa Paschero
Il severo Saturno in primo piano nella scrittura del “cantore del pessimismo” e, subito dopo, secondo il grafologo J. C. Gille Maisani, il passionale Marte. Saturno è nel tracciato rigido, serrato, preciso, nel tratto “nero” che rende la grafia del giovane Leopardi – in questo saggio appena ventisettenne – molto più matura della sua età. La fermezza del senso del dovere e la spietatezza di una visione logica tipicamente saturnina sono dominanti e vengono accentuate dalla pressione forte, dall’angolosità e dalle acuminazioni di Marte, che appesantiscono l’ostinazione dello sforzo “matto e disperatissimo” e della fatica che non incontra indulgenza. Un ambiente grafico autodisciplinato e inflessibile che assume, tuttavia, una connotazione dolorosa, fragilizzato e stemperato da indici lunari. La Luna : così importante e celebrata nella poesia di Leopardi, di cui incontriamo la silenziosa presenza non soltanto in alcune delle liriche più famose, ma in tante pagine sparse … la Luna con cui il poeta innumerevoli volte ha dialogato, la Luna inaccessibile che non sembrava ascoltarlo, né comprenderlo. La Luna che nel tema natale di Leopardi si trova in Capricorno, segno del suo esilio più duro: una Luna saturnizzata quindi, che va assumendo tutte le connotazioni più inclementi, rocciose e spietate delle attribuzioni simboliche che appartengono tradizionalmente all’astro più femminile, sognante e mutevole. La fredda Luna-Saturno come madre : riconoscibile nella nobildonna Adelaide Antici, austera, anaffettiva e distante dalla sensibilità estrema del giovane figlio. La fredda Luna-Saturno come infanzia : isolata e forse imprigionata nella casa paterna, in un contesto famigliare rigido, esigente, conservatore e autoritario, dove l’unico conforto al vuoto affettivo è lo studio. La fredda Luna-Saturno come donna : immagine sentimentale di un femminile sognato, desiderato, negato, rimpianto e inarrivabile, che solo nella bellezza della natura sembra trovare consolazione e quiete. Estratto dal ritratto grafologico di Giacomo Leopardi che si trova nell'undicesimo capitolo del libro di Marisa Paschero "Grafologia Planetaria. I simboli dell'universo nella scrittura".

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Giappone: Record di Investimenti nel Digitale per…

Spiritual News
Il Ministero dell'Economia, Commercio e Industria giapponese (METI) ha registrato nel 2023 investimenti record nel settore delle tecnologie per la salute mentale, raggiungendo 89 miliardi di yen (circa 550 milioni di euro). Il dato segna un incremento del 156% rispetto all'anno precedente, evidenziando una svolta significativa nell'approccio nazionale al benessere psicologico. I dati ufficiali mostrano che le quattro principali app di meditazione e mindfulness giapponesi - tra cui il leader di mercato Hiroki - hanno superato complessivamente i 7 milioni di utenti attivi mensili alla fine del 2023. L'aumento significativo degli utenti coincide con l'implementazione del piano governativo "Digital Wellness 2025". Questo programma, lanciato dal governo giapponese nell'aprile 2023, prevede incentivi fiscali per le aziende che implementano soluzioni digitali per il benessere psicologico dei dipendenti. Ad oggi, oltre 2.000 imprese hanno aderito all'iniziativa, coprendo un bacino potenziale di 1,8 milioni di lavoratori. Secondo l'Associazione Giapponese di Psichiatria, il 45% degli utenti di queste applicazioni ha tra i 25 e i 40 anni, confermando una forte penetrazione nella popolazione in età lavorativa. Il professor Kenji Matsuda dell'Università di Tokyo sottolinea come questo trend rifletta un cambiamento culturale significativo nella società giapponese, dove l'approccio digitale sta contribuendo a superare lo stigma tradizionalmente associato al supporto psicologico. I risultati di uno studio condotto su 10.000 utenti regolari mostrano una riduzione del 23% nelle assenze lavorative per stress e un miglioramento del 31% negli indicatori di benessere psicologico. Il METI prevede che il mercato delle tecnologie per la salute mentale raggiungerà i 150 miliardi di yen entro il 2025, spinto anche dall'incremento dello smart working e dalla crescente attenzione delle aziende al benessere dei dipendenti.
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Perdita della matrice culturale indoeuropea e…

Paolo D'Arpini
Tra le differenze d'impostazione e di espressione che contraddistinguono le religioni orientali e quelle di matrice giudaico-cristiana, va considerata l'aderenza alla vita e la non differenziazione tra spirito e materia, che prevale presso gli asiatici, mentre in Europa ed in Medio Oriente prevale la condanna dei piaceri mondani e la separazione tra spirito e materia. La causa di questo scollamento dal quotidiano nella cultura occidentale è una conseguenza della conversione ai dettami biblici (e sue elaborazioni in termini cristiani e maomettani) che ha provocato la progressiva corruzione e cancellazione della originaria visione naturalistica indoeuropea. Questa sostituzione di valori si riflette anche in tutte le forme artistiche e culturali, in particolare nell'assoluta iconoclastia musulmana ma anche nelle fissazioni moralistiche cristiane, sia protestanti che cattoliche od ortodosse, che tendono a descrivere il male della vita e della sessualità, imputando alla "mondanità" la ragione della sofferenza - a partire ovviamente dal cosiddetto peccato originale- e proponendo come soluzione la mortificazione della carne, l'ascetismo e la rinuncia (al fine di potersi guadagnare la gioia in un aldilà). Nelle manifestazioni rappresentative di tale "mortificazione" vi sono anche le auto-fustigazioni in pubblico, la scalata di santuari a ginocchioni, l'automutilazione, le sceneggiate infernali, le vie crucis, le torture e gli olocausti inflitti nelle piazze agli eretici, alle donne, etc. Insomma lo spettacolo religioso in occidente può essere definito un "teatro dell'orrore", a sfondo sadomaso. Ma non è mia intenzione continuare a descrivere l'alienazione che pervade l'Europa dopo l'adozione di certe "religioni" aliene. Posso solo rimpiangere l'antico spirito bacchico e dionisiaco scacciato (per sempre?) dal nostro DNA. Per fortuna la rappresentazione religiosa in Oriente ha mantenuto -malgrado le perfide influenze esportate in India ed in Cina da missionari vittoriani e cattocristiani- la sua caratteristica originaria di glorificazione e celebrazione dell'esistenza. Il teatro, la danza, le processioni, l'arte in generale, tutto trabocca di sensualità e di gioia di vivere. Sulle scene indiane vengono rappresentati gli amori di Krishna, le adivasi danzano lasciviamente nei templi, i cortei sono un'orgia di colori, suoni e godimento. Persino i funerali vengono celebrati con grande ricchezza e dispendio di musiche e di lauti pranzi. Tra l'altro parlare di teatro "religioso" indiano in un certo senso è improprio. Poiché in esso non si espongono norme, precetti od episodi metafisici astratti. Si mettono in scena episodi delle epiche classiche, il Ramayana ed il Mahabarata ad esempio, che potrebbero corrispondere alle storie mitologiche dell'Iliade e dell'Odissea. Storie di re, di amori, di guerre, insomma di vita vissuta. Certo queste rappresentazioni offrono anche una "morale" ma è sempre una morale mondana, non religiosa come noi intendiamo la religione. Tant'è che in India non esiste una traduzione esatta per "religione", esiste solo il "sanatana dharma", la legge eterna del corretto agire nel mondo. Poiché la parola religione sta a significare "riunire ciò che è diviso" mentre per la filosofia indiana non c'è mai stata alcuna divisione. Il tutto è sempre presente nel tutto. Questa è anche una vera espressione di laicità, una laicità pura, naturale, non macchiata da una rivalsa nei confronti del pensiero religioso o spirituale. Per questa ragione durante gli spettacoli teatrali ai quali ho assistito in India, a volte della durata di parecchie ore, se non giorni, sembrava di rivivere nel presente quel "pathos" delle vicende vissute dai grandi eroi ed eroine, incarnazioni divine, che veniva riportato sulle scene. Scene che spesso erano la strada, il tempio, un antico monumento, un bosco, raramente un teatro (quest'ultimo una invenzione della cultura occidentale che tende a racchiudere ed ad astrarre il vissuto dal suo contesto naturale). In un certo senso lo stesso modello è espresso anche nelle funzioni "teatrali" dell'antica Cina, basate sulla musica e sulla cerimoniosità ma non indirizzate ad una ipotetica divinità, bensì agli antenati od alle forze della natura. Per contraltare assistiamo poi all'assoluta mancanza di etichetta o formalità in quelle "rappresentazioni", se così possiamo chiamarle, che avvenivano nei monasteri Chan, in cui tutto era recita assurda, con il fine di risvegliare i ricercatori alla presenza cosciente del qui ed ora. Quando leggiamo le storie di vita nei monasteri cinesi non possiamo fare a meno di riconoscere la "pazzia" spirituale che diventa "spettacolo". Ricordo, ad esempio, la storia di una bellissima monaca, chiamata Ryonen, vissuta in un monastero zen. Un monaco che stava nello stesso monastero si innamorò perdutamente di lei ed una notte si introdusse furtivamente nella sua stanza. Ryonen non si turbò affatto ed accettò volentieri di giacere con lui. Ma l’indomani quando l’innamorato si ripresentò ella disse che in quel momento non era possibile… Il giorno seguente si svolgeva nel tempio una grande cerimonia per commemorare l’illuminazione del Buddha alla presenza di una gran folla e di parecchi monaci venuti da lontano. Ryonen entrò senza indugi nella sala colma e con totale naturalezza si pose di fronte al monaco che diceva di amarla, si denudò completamente e gli disse: “Eccomi, sono pronta, se vuoi amarmi puoi farlo qui, ora…”. Il monaco se ne fuggì per non far più ritorno mentre Ryonen con quel gesto aveva reciso le radici di ogni illusione. La storia di Ryonen e la sua totale adamantina aderenza alla verità può essere presa ad esempio lampante di cosa sia il "teatro religioso" nella tradizione zen. Con il metodo teatrale zen, infatti, in considerazione che tutto è una “commedia”, non vale celare le pecche e i difetti, le antipatie e le simpatie (spesso immotivate). Il render complici gli altri anche “forzosamente” serve a rompere quel muro di ghiaccio che solitamente si instaura fra persone che non si conoscono, o che stentano a manifestarsi liberamente. Insomma il teatro religioso in Oriente attinge ancora direttamente alla vita di ogni giorno, in un certo senso potremmo definirlo un "teatro di strada". In particolare penso a quella rappresentazione teatrale giapponese chiamata Kabuki, che ritengo collegato all'esperienza dello zen, e il significato di questo termine è quello di “provocazione” cioè si intende provocare mettendo in “scena” anche esplicite allusioni sessuali. Ka che sta per canto, bu è ballo e ki conoscenza tecnica. Quindi si riassume in un insieme inscenando una recita che oltre a rispettare le origini (cioè provocare o essere una rappresentazione realistica) prevede cambi d’abito repentini (che vengono agevolati dai “servi di scena” ed è una pratica chiamata bukkaeri) perché sotto quelli indossati, che si lasciano cadere, ce ne sono altri, a significare il “cambio” (non solo nell’azione ma nel ruolo dell’attore) e quindi delle diverse funzioni vitali. Tempo fa lessi l’autobiografia di un attore giapponese (di cui purtroppo ho dimenticato il nome) in cui egli narrava le peripezie vissute per compiere lo straziante destino dell’attore, le parti strane, le umiliazioni, la fame, la fatica, le scomodità, gli applausi, i fischi e tutte il resto.. mi sembrava di leggere la vita di un santo… Io stesso -che sono un attore e regista dilettante- misi in scena, per strada o in luoghi all'aperto od in grotte, diverse storie zen che avevano lo scopo di trasmettere la consapevolezza che la verità è presente in tutto quel che ci circonda. Certo, come fanno i maestri zen, anche attraverso bastonate psicologiche od anche reali. Questo perché ho notato che parecchia gente in Europa solitamente vive con una etichetta di rispettabilità e di santità artificiosa. Le persone sovente assumono dei comportamenti falsi, mettendo in risalto gli aspetti convenienti della propria personalità od oscurandone altri. Mi auguro che la freschezza del teatro d'Oriente possa ancora una volta contagiare le menti libere d'Europa, mostrando loro lo squallore dello spettacolo finto trasgressivo del cinema hollywoodiano o peggio ancora delle sacre rappresentazioni bacchettone della pseudo cultura occidentale. Una cultura corrotta prima dalle perversioni religiose e poi da un laicismo materialista che tende a trasformare l'essere umano in un robot, cancellandone lo "spirito". Paolo D'Arpini - Comitato per la spiritualità laica


Spiritual è il primo motore di ricerca spirituale e olistica in Italia e discipline olistiche, punto di riferimento per lo studio, la ricerca e il confronto interiore e spirituale, propone notizie, recensioni su nuovi libri e pubblicazioni olistiche, appuntamenti e corsi.


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